Cosa prova un copywriter davanti all’e-mail marketing e come lo affronta? Ma soprattutto: chi è che sta scrivendo quest’articolo?
Il mio nome è Valentina Tramutola e mi occupo di scrittura dentro e fuori il digital marketing. Da copywriter, quello che vorrei fare è parlare in modo chiaro e organizzato del copywriting nel mondo dell’e-commerce, condividendo informazioni e buttando sul tavolo le conoscenze.
L’altro giorno, ad esempio, pensavo al mio infallibile metodo per investigare l’e-mail marketing. Praticamente, io dissemino una serie di carrelli abbandonati sui più disparati shop on line per vedere come si comporta il loro e-mail marketing.
La donna che amava lo spam
Lo faccio perché è vero che scrivo molte e-mail e newsletter, ma è anche vero che quando lo faccio mi sento sola nell’universo. E non solo perché ho sempre ben presente il pungolo per cui nessuno mi leggerà, ma anche perché – in fondo – davanti alla tastiera il copy è solo con sé stesso.
L’e-mail marketing è quella cosa che … non ne facciamo a meno
Eppure, dobbiamo moltissimo all’e-mail marketing, soprattutto nel mondo dell’e-commerce. Dati alla mano, è uno strumento formidabile per portare a termine gli obiettivi del nostro business ed è un tassello fondamentale nel Customer Journey.
Secondo VentureBeat Insight, l’e-mail marketing è capace di generare il massimo ritorno sull’investimento (ROI) tra i canali digital più comuni. L’84% dei marketers ritiene che sia fondamentale per fidelizzare i clienti.
L’e-mail marketing ha le sue regole e i suoi percorsi accidentati, ma ha anche una marcia in più che si chiama automazione. Dalle mie esperienze dirette e indirette, dalle mie ore di studio, dalle mie confusioni e dubbi amletici, quello che emerge è che l’e-mail marketing:
- Fidelizza i tuoi clienti già acquisiti
- Ti permette di non dipendere dal flusso di clienti nuovi
- Ti aiuta a costruire il tuo brand
- Cerca e individua un nuovo target profilato
Quattro punti abbastanza “pruriginosi” per far correre ai ripari quelli di noi che non hanno ancora messo in piedi una strategia di e-mail marketing strutturata.
Sia chiaro che non stiamo parlando di una bacchetta magica e che nessun tipo di contenuto può essere lasciato al caso, neanche nelle e-mail automatizzate. Anzi, proprio nell’ambito delle automatizzate il copy è chiamato a stupire.
O per lo meno a comunicare davvero.
Insomma, soprattutto nell’e-mail marketing l’abilità a giocare con le parole non basta. Da dove cominciare, dunque?
Le 3 regole fondamentali da tenere sempre presenti
1. La strategia è sempre alla base
L’e-mail marketing deve essere iscritto in una strategia integrata di strumenti funzionali e ben individuati rispetto a una segmentazione iniziale del target di riferimento. Quello che farai con il copy sarà il ponte ideale tra i calcoli della Strategy e l’identificazione del tuo target con il sistema di valori che gli stai proponendo. Non scrivere e-mail slegate da una strategia, perché la strategia delineerà gli obiettivi e ti aiuterà tantissimo a scrivere il tuo testo nel giusto stile.
Ad esempio, se la strategia mira a generare traffico sul sito, organizza delle CTA (Call to Action) interessanti, con un copy che non confonda ma che solletichi le dita a fare clic. Il tuo focus è lì, risparmia sul resto e crea un climax che culmini nella CTA che ti interessa.
2. Non sei tu a parlare, è il tuo brand
Le tue e-mail non ti appartengono, ma appartengono al brand che rappresenti, Cosa vuol dire questo? Che anche nella scrittura delle e-mail valgono le buone regole del dosaggio, ma vale anche e soprattutto l’immagine del brand per cui scrivi e che rappresenti. Se hai stabilito un Tone Of Voice generale per le comunicazioni del brand, devi rispettarlo per farti riconoscere e per essere credibile. Non importa quanto lunga o corta sia l’e-mail che scriverai: deve essere associabile al tuo brand a occhi chiusi!
Se il brand per il quale scrivi ha un suo linguaggio che funziona per il suo target, stravolgerlo senza una chiara strategia sarebbe un errore. Lo stile di comunicazione non deve disorientare il tuo target. Il tuo brand parla in modo spiritoso? Mantieni questa linea. E se il tuo brand ha una linea grafica e dei colori riconoscibili (bingo!) scrivi nella cornice di quei colori e resta in continuità con essi. La comunicazione del tuo brand è sempre inclusiva, non crea distacco, ma da’ sempre l’impressione al tuo target di essere parte di un gruppo. E il gruppo parla la stessa lingua!
3. Parola d’ordine: semplicità
Il concetto più potente nel marketing è possedere una parola nella mente del cliente potenziale. E nella mente del cliente potenziale è difficile che ci sia un parolone dantesco. Puntare ai concetti semplici, immediati, diretti, quelli tattili che evocano subito un’immagine e restituiscono una percezione sono quelli vincenti. Come ai tempi della scuola, il vocabolario fa ancora la sua figura in questo mestiere. Sembrerà strano, ma le nostre sovrastrutture – persino le nozioni di cultura che abbiamo accumulato negli anni – rischiano di buttarci fuori strada.
Gli inviti all’azione, per esempio, devono essere sempre chiari e non generare fraintendimenti. Sii diretto e guida il tuo target a compiere un percorso chiaro, dando indicazioni che non lascino spazio ad altre interpretazioni. Descrivi i benefici come se li sentissi sulla tua pelle, entra nel merito. Più chiare saranno le tue indicazioni, più il tuo target farà quello che gli chiedi di fare, compreso cliccare su quel tasto che converte al tuo sito!
4. Quarta regola…ma non erano 3??
Sentirsi portati per il copywriting è una responsabilità. Mai fare affidamento sul talento. Studiare, informarsi e provare è sempre la chiave.
E a proposito di questo, io me ne torno al mio adorato spam.